TATUAGGI,NANOPARTICELLE DI INCHIOSTRO NEL CORPO

Il ricordo di un momento importante, il nome di una persona amata, un messaggio o un simbolo con un significato o un valore affettivo speciale. Chi decora la propria pelle sa che il tatuaggio scelto resterà per sempre, ma ignora quanto tutto questo possa accadere nel profondo. I tattoo non restano inerti in un angolino della pelle: gli elementi che compongono l’inchiostro si staccano emigrano, viaggiano all’interno del corpo in forma di micro e nanoparticelle, fino ai linfonodi.
In realtà, osservano gli esperti, poco si sa sulle potenziali impurità delle miscele di colore applicate alla pelle. La maggior parte degli inchiostri da tatuaggio contengono pigmenti organici, ma includono anche conservanti e contaminanti come nichel, cromo, manganese o cobalto. Oltre al nero ‘carbon black’, il secondo ingrediente più comune utilizzato negli inchiostri per tattoo è il biossido di titanio (TiO2), un pigmento bianco normalmente applicato per creare alcune tonalità, mescolato con coloranti. Viene anche comunemente usato negli additivi alimentari, negli schermi solari, nelle vernici. La guarigione ritardata, insieme all’elevazione della pelle e al prurito, è spesso associata a tatuaggi bianchi, e all’effetto dell’uso di TiO2.
Finora i pericoli che potenzialmente derivano dai tatuaggi erano stati studiati solo con l’analisi chimica degli inchiostri e dei loro prodotti di degradazione in vitro. “Sapevamo già che i pigmenti viaggiano dai tatuaggi ai linfonodi per via delle prove visive: i linfonodi diventano colorati con il colore del tatuaggio – riferisce Bernhard Hesse, uno dei due primi autori dello studio – È la risposta del corpo per pulire il sito di ingresso del tattoo. Quello che non sapevamo è che migrano in una forma nano, il che implica che non possano avere lo stesso comportamento delle particelle a livello micro. È questo il problema: non sappiamo come reagiscono le nanoparticelle”. Le misurazioni con la tecnica della fluorescenza a raggi X hanno permesso al team di individuare il biossido di titanio in versione micro e nano sia nella pelle che nell’ambiente linfatico.
È stata rilevata un’ampia gamma di particelle fino a diversi micrometri di dimensioni nella pelle, ma solo piccole nanoparticelle trasportate nei linfonodi. Un fenomeno che può portare all’allargamento cronico del linfonodo e a un’esposizione permanente. Gli scienziati hanno anche usato un’altra tecnica per valutare i cambiamenti biomolecolari nei tessuti in prossimità delle particelle del tatuaggio e complessivamente riportano forti evidenze sia per la migrazione che per la deposizione a lungo termine di elementi tossici e pigmenti di tatuaggio, nonché per le alterazioni conformazionali delle biomolecole che talvolta sono legate all’infiammazione cutanea e ad altre problematiche sul tatuaggio. Prossimo passo: ispezionare ulteriori campioni di pazienti con effetti negativi nei loro tatuaggi e verificare eventuali collegamenti con proprietà chimiche e strutturali dei pigmenti utilizzati per crearli.